Fibre solubili e insolubili: le differenze
C’è differenza tra fibre solubili e insolubili? certamente e lo scopriamo qui di seguito
Iniziamo, però, con il dire che inserire una giusta quantità di fibre giornalmente nel nostro organismo è indispensabile per un buono stato di salute in generale. Normalmente, però, tendiamo a commettere diversi errori alimentari, andando ad inserire veramente poche fibre nel nostro intestino, che alla lunga ne risente.
Importanza e funzione delle fibre
La nostra abitudine di cercare sempre cibi raffinati è anche la più deleteria, visto che ci porta ad assumere poche fibre vere. Basti pensare che l’OMS ha stabilito che, una persona adulta, dovrebbe assumere tra i 30 e i 40 grammi al giorno di fibre per vivere in salute. Una quota alla quale, tanti di noi, non si avvicinano minimamente.
Le fibre, come detto, si dividono in solubili e insolubili. Queste, come vedremo, si comportano diversamente una volta entrare nel nostro organismo. In entrambi i casi, però, diventano cibo per il microbiota intestinale, con tutta una serie di benefici: migliorano metabolismo, riducono glicemia, trigliceridi, grasso viscerale e grasse ostinato, oltre ad essere un ottimo contrasto per problematiche di ipertensione.
Fibre solubili
Queste sono le fibre presenti nelle mucillagini e nelle gomme, che troviamo nei legumi e nella frutta. Si sciolgono in acqua e, quando entrano nell’intestino, creano una gelatina che permette di rallentare la velocità di assorbimento dei micronutrienti. Questo è fondamentale per tenere sotto controllo la glicemia e l’insulina, che mantengono valori bassi.
Fibre insolubili
Sono presenti in cereali in chicchi, frutta, verdura e legumi. Non si sciolgono in acqua ed entrando nell’intestino facilitano il transito intestinale, regolarizzando l’intestino: una funzione importantissima.
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