Autismo: dalle cause alle possibili cure

Si parla sempre più, purtroppo, di autismo. Ma che cos’è l’autismo e quali sono i sintomi e le possibili cure? Ne abbiamo parlato con il Dr. Nicola Antonucci, laureato in medicina, con specializzazione in psichiatrica, all’Università di Bari nel 2005. Dal 2006 ha frequentato numerosi corsi di formazione negli USA organizzati dall’Autism Research Institute – San Diego (CA) e dal 2007 lavora esclusivamente con bambini affetti dal disturbo dello spettro autistico, utilizzando le tecniche relative alle terapie biomediche acquisite nei suoi training americani.

Attualmente è direttore del “Biomedical Centre for Autism Research and Treatment” a Bari e, dal 2010, ha fondato, in collaborazione con il Dr. Dario Siniscalco, un gruppo di ricerca di studio clinico e di laboratorio sulle modifiche molecolari e cellulari nei pazienti affetti da autismo, pubblicando numerose ricerche internazionali. Da molti anni è, inoltre, relatore di conferenze internazionali negli USA ed in Europa.

Il suo approccio biomedico verte nell’individuare le cause infiammatorie, metaboliche e tossicologiche legati al mancato sviluppo cerebrale dei pazienti nello spettro autistico e ad indirizzare una terapia combinata di tipo dietetico, farmacologico ed integrativo adeguata alla diagnosi eziologica.

Cos’è l’autismo: statistiche e sintomi

L’autismo è una malattia invalidante che colpisce i bambini, interessandoli per tutta la vita. Questa riguarda lo sviluppo neurologico per quel che concerne l’apprendimento e la socialità e può comparire nell’età che va dai 12 ai 18 mesi; in alcuni casi si può essere esposti a tale rischio fino ai 3 anni. Tra i primi sintomi ci possono essere il mancato contatto visivo, il tendere a non rispondere al saluto e al non girarsi se chiamati, oltre al regredire delle prime parole pronunciate.

In termini statistici, l’autismo è una malattia che sta vedendo, purtroppo, una crescita esponenziale di casi. Basti pensare che negli anni ’80 si poteva registrare un caso ogni 10.000 bambini, mentre oggi siamo scesi ad un caso ogni 36. Si parla, quindi, di un aumento progressivo pari al 13%. Dati allarmanti, ma che non spingono verso un interessamento concreto sulla materia. Basti pensare che, tutt’oggi, non esistono esami che permettano una diagnosi preclinica, ma solo alcuni studi comparativi.

L’ipotesi formulata è quella di un blocco a livello di circolo dei fluidi cerebrali. Non permettendo il deflusso, ci si trova davanti ad un accumulo di tossine che potrebbe essere il vero e proprio marcatore dell’autismo.

Problematica ambientale

 

I fattori ambientali, nell’ambito dell’autismo, rivestono un ruolo fondamentale. È stata proprio l’OMS a confermare che l’autismo ha, tra i propri rischi, l’interazione dei geni della persona con l’ambiente circostante; un aspetto legato direttamente all’intossicazione ambientale a causa di metalli pesanti e pesticidi.

Giappone e Corea, infatti, sono le nazioni con la più alta concentrazione di casi di autismo. Al contempo sono anche i paesi con sostanze chimiche presenti in quantità 3-4 volte superiori al normale.

Alto fattore importante è quello della nascita con parto cesareo o meno, che influisce sulla salute del microbiota intestinale. Questo, nel bambino, si forma nel momento del passaggio vaginale, mentre in un parto cesareo il primo contatto con i microbi avverrà dalla pelle dei medici o dai guanti degli stessi. Già questo può sviluppare una prima problematica di autismo.

Cervello-intestino

Sull’autismo può interferire anche l’intestino, che come ben sappiamo è collegato al nostro cervello. In un intestino disbiotico, ad esempio, sono presenti sostanze pro-infiammatorie chiamate PLS. Si tratta di frammenti di parete batterica, che una volta rilasciate accendono i processi infiammatori nell’area cerebrale.

Trattare questi aspetti disbiotici fa la differenza sull’aspetto comportamentale. Prendersi cura dell’intestino è, infatti, importante: anche una dieta sana e corretta riduce il passaggio di alcune sostanze in circolo. Alcuni studi confermano che l’infiammazione intestinale colpisce l’80% dei soggetti autistici. Focalizzarsi sull’intestino per combattere la situazione, quindi, è un primo passo.

Cosa si fa?

Ci sono certamente diversi studi e altrettanti approcci possibili per il trattamento di tale problematica. Il primo è quello dietetico, che funziona nell’80% dei casi in appena 2-3 settimane. Stiamo parlando di una dieta senza glutine e caseina, elementi altamente infiammatori che creano dipendenza. La caseina, infatti, riesce ad attivare gli auto-anticorpi cerebrali. I miglioramenti, come detto, sono immediati e comprendono il contatto visito e la capacità di rispondere.

Un altro grande problema è quello della candida intestinale, che colpisce il 60% dei bambini autistici. Questa, che si propaga attraverso i cosiddetti funghi, ha effetti molto particolari a causa dell’etanolo prodotto, in parte, dall’assunzione di carboidrati. Risate senza motivo, stimolazioni genitali, diarrea con odore acre e acido e eccessi di iperattività serale.

Il tutto, così come la presenza di parassiti che si riproducono attraverso azioni dettate da loro stessi, può essere combattuto con degli antibiotici. Questi, però, sono un’arma a doppio taglio, che possono provocare nuovi e incombenti problematiche.

Cannabinoidi

Una valida alternativa agli antibiotici, sono i cannabinoidi. Questi, infatti, spendono i meccanismi di attivazione cerebrale che possono scatenare l’autismo. I recettori della cannabis, del resto, sono presenti ovunque nel nostro sistema immunitario.

Sono, quindi, un’ottima arma per chi soffre di iperattività, disturbi del sonno, ansietà e disturbi dell’attenzione. Il tutto va a lavorare sul mastocita, che è la cellula ponte tra ambiente circostante e infiammazione. È su questo che dobbiamo lavorare, aiutandoci con tutte quelle sostanze che possono spegnerlo, aiutando la problematica autistica ed evitando, al contempo, l’utilizzo di antibiotici.

 

CLICCA SUL VIDEO SOTTOSTANTE PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI

ALTRI ARTICOLI CHE POSSONO INTERESSARTI

Autismo e P.N.E.I.: ne parla il Dott. Rosario Savino

Le chiavi della salute

Natura…e lo stress va via!

Una buona e sana routine può fare la differenza