Seitan: fa bene o male?

Alimentazione

Il seitan è, da tempo, argomento di dibattito alimentare: fa bene o male?

Beh, prima di rispondere in maniera categorica, conosciamolo meglio e ragioniamoci sopra. Per iniziare, però, è indispensabile specificare che non esistono alimenti che fanno bene o male in assoluto. Dipende da chi e da come lo si va ad assumere.

Il seitan è una alimento molto conosciuto tra i vegani, di origine vegetale e molto proteico. Al suo interno, infatti, troviamo tantissime proteine, alcune buone quantità di fibre e quasi zero carboidrati e grassi. Subito, quindi, pensiamo ad un argomento che ci fa dimagrire e che, nel mondo vegano, può essere usato al posto della carne.

Come si ottiene

Andando ad analizzare il seitan, il problema nasce quando si nota il procedimento con il quale si ottiene questo alimento.

La preparazione di origini giapponese, infatti, è fatta con il glutine estratto dalla farina di grano. Una volta estratto, lo si impasta e lessa con alga kombu, altri aromi e salsa di soia. Nelle ricette vegane, possiamo trovarlo fatto in piastra con un filo di olio e con verdure associate, oppure sotto forma di hamburger o scaloppine. Molto usato, è anche il ragù di seitan.

Il problema del glutine

Ma ricordate cosa estraiamo dalla farina? Il glutine! Questo, in alta concentrazione, crea infiammazione. Proprio per questo il seitan è vietato per tutti i celiaci, oltre che altamente sconsigliato agli intolleranti al glutine e a chi soffre di acidità di stomaco, stitichezza, crampi e aria nello stomaco, reflusso e stanchezza in generale. Campanello d’allarme anche per chi soffre di patologie autoimmuni.

Il seitan, essendo glutine puro, se non digerito bene diventa come una colla per la nostra mucosa intestinale. Da qui può nascere un’infiammazione che ci predispone alla permeabilità intestinale e a tutta una serie di problemi infiammatori.

Quindi, in definitiva, il seitan fa bene o male? Non fa male, ma dobbiamo fare attenzione: non è un alimento per tutti.