Il kefir: benefici e istruzioni per l’uso
Kefir, termine che in turco significa “benessere”.
Già la parola, quindi, la dice lunga!
Viene definito come un latte fermentato o alimento fermentato, anche se la definizione non è propriamente esatta.
Come vedremo, infatti, il kefir si può ottenere anche con dell’acqua e non necessariamente a partire dal latte.
Dando, però, per scontata la definizione iniziale, analizzeremo il kefir come un latte fermentato acido ed alcolico.
Per chi non lo ha mai assaggiato, il kefir ha una consistenza cremosa ed il sapore è un mix tra dolce e acidulo.
Spesso e volentieri può risultare leggermente frizzante, il che gli conferisce un gusto particolare senza troppe mezze misure: o lo ami, o lo odi.
Insomma, non lascia indifferenti.
Le caratteristiche
Il kefir
– che si può acquistare in farmacia, parafarmacia ed erboristeria –
si presenta con dei granuli (da sciogliere in acqua o latte) formati da polisaccaridi, che ospitano al loro interno una serie di batteri e miceti buoni per la salute intestinale.
Studi hanno confermato che contiene circa 15 specie di batteri e funghi buoni, anche se il numero, ovviamente, può variare in base a diversi fattori.
Considerato un superfood, il kefir è in grado di ripopolare la nostra flora batterica intestinale, riducendo le problematiche di disbiosi.
Oltre a ciò, come confermato da alcuni studi, il kefir è in grado di sconfiggere le candidosi e migliorare le situazioni legate a gastriti, se sostenuto da terapie farmacologiche ad hoc.
Ovviamente il kefir non risolve i problemi da solo; non è una miracolosa pozione magica.
Per ottenere risultati, come sempre, sarà importante andare a rimodulare anche il nostro stile di vita e, soprattutto, l’alimentazione.
Tra i vantaggi del kefir c’è quello di contenere elementi benefici come i minerali tra cui molto calcio, il fosforo, il magnesio e lo zinco.
Contiene, inoltre, aminoacidi importanti come il triptofano, che va a stimolare la via della serotonina. Presenti anche molte vitamine del gruppo B, che migliorano problematiche neurologiche e sciatalgie.
Gli svantaggi
I tantissimi vantaggi e benefici del kefir, però, hanno anche un rovescio della medaglia. Essendo di base un alimento che si accompagna al latte, potrebbero esserci ripercussioni.
Se è vero che il lattosio viene fatto scomparire dai batteri, è altrettanto vero che la caseina rimane viva nel composto e, una volta ingerito, questa andrà ad aderire alla nostra mucosa intestinale.
Questo creerà una patina che, a sua volta, stimolerà la produzione di Interleuchina-5, che è proinfiammatoria.
Per ovviare a tale problematica, possiamo usare il latte di capra al posto di quello vaccino.
Questo, dovendo alimentare un animale più piccolo, avrà una concentrazione di caseina più bassa.
Come prepararlo
Ma come possiamo preparare il kefir? Due sono le varianti:
- Con il latte – Andiamo ad inserire i granuli nel latte e facciamolo fermentare per circa 24 ore prima di usarlo.
- Con l’acqua – Il discorso qui è diverso. Non essendoci zucchero, la fermentazione dovrà essere innescata. Prendiamo, quindi, un litro di acqua ed aggiungiamo i granuli e 3 cucchiaini di zucchero. Al contempo andiamo anche a corroborare con un frutto acidulo (mezzo limone intero) e delle spezie a piacimento. Lasciamo fermentare prima di usarlo.
Da evitare, a mio avviso, il kefir industriale già preparato e pronto all’utlizzo.
Fa bene, ma…
In definitiva, quindi, possiamo dire che il kefir fa bene alla nostra salute, ma se usato con moderazione ed equilibrio.
Se lo beviamo tutti i giorni con il latte, infatti, l’infiammazione data dalla caseina supererà i benefici portati alla flora batterica intestinale.
Il mio consiglio è quello di utilizzare il kefir 1 o massimo 2 volte a settimana, facendolo ruotare anche con altri alimenti e composti.
Ricordiamoci sempre che nulla fa così bene da poter essere utilizzato sempre, tranne l’acqua.