Cosa indica la calprotectina nelle feci?

Immaginiamo di avere dei disturbi aspecifici nella pancia: aria, scariche, stitichezza, acidità, reflusso, problemi transitori e via dicendo.

A questo punto ci troviamo, senza nessun dubbio, davanti alla necessità di indagare cosa c’è che non va.

Il primo passo, come da routine, è fare degli esami invasivi, come può essere ad esempio una rettoscopia.

Ma per arrivare alla radice del problema, sarebbe consigliabile prima fare della analisi delle feci e controllare il livello di calprotectina.

Cos’è la calprotectina?

La calprotectina è un biomarcatore che troviamo nelle feci ed indica, sostanzialmente, il grado di infiammazione della mucosa intestinale.

Presente all’interno dei globuli bianchi, la calprotectina ci va ad indicare quanti globuli bianchi ci sono nel lume intestinale. Ovviamente, più è alto il valore, più avremo una mucosa infiammata.

La cosa interessante è che per rilevare tale dato basta un esame non invasivo come quello dell’esame delle feci.

Tale metodo, inoltre, può andare a monitorare l’andamento dell’infiammazione, per poi capire come approcciarsi e risolvere il problema.

Come affrontare il problema?

Una volta individuato il problema legato alla calprotectina, come ci comportiamo.

Da una parte, come ricordo sempre, rivolgiamoci al nostro medico di fiducia, ma secondariamente possiamo andare a modulare l’alimentazione, che gioca un ruolo importante.

Un alimentazione antinfiammatoria, che è il miglior modo per migliorare la situazione, prevede l’esclusione dei cibi come lo zucchero, il glutine, il lattosio e la caseina, e anche di vegetali come funghi, melanzane e peperoni.

Attenzione anche ai condimenti: se usiamo abitualmente l’aceto, proviamo a sostituirlo con il limone.

Cosa mangiare?

E’ presto detto: cereali in chicchi, frutta, frutta secca, legumi, uova, e pesce sono sicuramente i cibi più indicati. L’importante è sempre la moderazione, perché anche troppe fibre, ad esempio, possono portare a problematiche infiammatorie.

L’aiuto della fitoterapia

A livello fitoterapico sono tantissimi gli strumenti che lavorano per contrastare l’infiammazione intestinale, come ad esempio la tintura madre di uncaria (20-25 gocce tre volte al giorno).

Questa esercita un’azione antinfiammatoria sulla mucosa intestinale, è un immunomodulante e riequilibra la flora batterica intestinale.

Un occhio di riguardo anche per i gemmoderivati: la castanea vesca, in tal senso, può risultare ottima per la sua azione che va a lavorare sul GALT così come il rosmarinus officinalis.



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