Secchezza vaginale: cause, sintomi e rimedi
Quando si parla di secchezza vaginale si tende a pensare, erroneamente, ad una problematica che riguarda le donne in età avanzata.
Ma non è sempre così.
Questa fenomeno, infatti, sta diventando un problema sempre più comune anche per le donne in età fertile.
Un problema legato alla secchezza vaginale può portare a diversi scompensi, come ad un esempio un freno alla serenità sessuale, ma non solo.
Si potrebbero infatti dover fronteggiare anche problemi strettamente collegati alla candidosi o a cistiti.
La secchezza, infatti, porta ad un cambiamento del pH, che da un basale 5.5 può salire fino a 7 nella zona vaginale.
Tutto ciò dà luogo ad infezione opportunistiche, abbassando le difese immunitarie ed alterando l’equilibrio della vagina.
I sintomi e le cause
Ma quali sono i sintomi che possono farci capire che siamo in presenza di una secchezza vaginale?
Prima di tutto si avvertiranno delle sensazioni di prurito, bruciore, dolore all’apertura della vagina e soprattutto si noterà del sanguinamento durante i rapporti sessuali.
E le cause?
Tutti gli studi sono concordi nel sottolineare come la carenza degli estrogeni sia la causa principale della secchezza vaginale.
Questi, infatti, regolano la maturazione sessuale e lo stimolo della mammella, oltre al mantenimento delle caratteristiche femminili e alla possibilità della fecondazione.
Gli estrogeni, di per sé, sono sicuramente elementi positivi, ma un eccesso porta ritenzione idrica e predisposizione alla crescita tumorale.
Bisogna quindi fare attenzione.
Estrogeni alti, infatti, portano ad un aumento dell’insulina.
Al contempo, la carenza, può dare luogo alle vampate, a tachicardia, a secchezza delle mucose e ad osteoporosi.
La carenza di estrogeni può essere, a sua volta, scatenata da diversi fattori.
Si va dalla rimozione chirurgica delle ovaie, fino alla menopausa, al periodo dell’allattamento e può essere anche un effetto collaterale delle terapie antitumorali o all’utilizzo eccessivo dei cortisonici.
Da non sottovalutare anche diete troppo restrittive, attività fisiche troppo intense, ciclo mestruale irregolare e oscillazioni di glicemia e insulina.
Come intervenire?
In presenza di secchezza vaginale, si può operare in diversi modi.
Il più tradizionale è quello delle terapie ormonali prescritte dal medico, ma attenzione: possiamo anche andare verso un eccesso di estrogeni.
In tal caso andremmo a bloccare il metabolismo, rischiando la tendenza ad ingrassare.
Un altro rimedio classico, è l’uso dei comuni lubrificanti.
Ma con cause molteplici ci possiamo accontentare di un lubrificante comune?
Sarebbe come togliere acqua dalla nave che affonda, invece di tappare la falla.
Questo, infatti, è un approccio che crea problemi alla lunga, perché peggiora la problematica.
Consigliabile, invece, è l’utilizzo del CBD, che si trova nelle pomate lubrificanti.
Questo, infatti, riduce l’infiammazione cutanea e mucosale, oltre ad aumentare i livelli della serotonina.
Se applicato alla vagina, aumenta il processo di vasodilatazione e favorisce l’afflusso di sangue e la lubrificazione.
Tutto questo può essere supportato dall’arginina, un aminoacido che potrebbe essere carente in fase di secchezza vaginale.
Come sempre, poi, è importante lavorare su stress ossidativo con oli essenziali, come ad esempio cannella che è un potente antisettico che lavora sull’eventuale infezione.
La cannella, inoltre, è afrodisiaca e migliora anche il piacere del rapporto sessuale.
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