Autismo e P.N.E.I.: ne parla il Dott. Rosario Savino

L’autismo è certamente tra le grandi problematiche che colpisce i nostri giorni. Ci sono sempre più studi sull’argomento, anche se rimane un mondo ancora pieno di interrogativi. I dati, però, sono preoccupanti: nel 2025, se i problemi di autismo andranno avanti con questa percentuale, avremo 1 bambino su 2 che sarà autistico. Una vera e propria pandemia, come sottolineato dal Dott. Rosario Savino nel corso di un incontro formativo.

Molte famiglie (troppe) sono abbandonate a sé stesse davanti a questo problema, anche a causa della poca assistenza e informazione sull’argomento da parte del sistema sanitario nazionale.

Le cause dell’autismo

Attualmente la diagnosi per certificare i disturbi dello spettro autistico, viene fatta con criteri del DSM 5 e con test ADOS 1 e 2, oltre all’intervista che viene sottoposta ai genitori. Tutti questi, però, sono solo fenomeni osservatori su comportamenti e relazioni. Esami che, nel pratico, non dicono nulla agli specialisti. Bisogna indagare le vere cause.

Molte vanno ricercate in una connotazione genetica e cromosimiale, ma il più delle volte lo specialista che indaga le cause dello spettro autistico si può trovare anche davanti a problemi di connettività. Analizzando il cervello neurotipo, infatti, si noterà che ha connessioni ramificare, che arrivano fino alle periferie. Nei pazienti affetti da autismo, invece, le connessioni sono limitare ai livelli regionali. Tutto ciò comporta un problema a livello di comunicazione, ma sotteso al disturbo della connettività inter-cerebrale.

Ricerca approfondita

Gli studi hanno confermato come, al problema dello spettro autistico, possano essere collegati più di 100 geni e i loro relativi mutamenti. Questo, sicuramente, aggrava la posizione di chi deve studiarne le cause ed è per questo che si ha necessità di studi approfonditi e non solo di test basilari.

I disturbi del neurosviluppo, però, comprendo anche l’ADHD, il disturbo ossessivo e via dicendo. È per questo che, da qualche anno, si stanno studiando le correlazioni tra tutte le componenti. Sul feto, infatti, interagiscono una serie di variabili che possono determinarne lo sviluppo. È su questo che bisogna indagare: tutto quello che succede durante lo sviluppo fetale può incidere sulle eventuali patologie. Studi hanno confermato che diabete, obesità, malattie cardiovascolari e anche l’autismo, vengono decisi durante tale periodo. Molto, se non tutto, dipende dal periodo dello sviluppo del feto.

Per questo motivo vanno tenuto sotto stretta osservazione i primi 1.000 giorni di vita: sono fondamentali. Questi, però, non vanno calcolati dalla nascita, ma dal concepimento. È questo il periodo in cui tutti i fattori devono essere tenuti sotto osservazione, poiché possono interferire sulla salute della madre e su quella (anche futura) del feto.

Una delle correlazioni scoperte in questo modo, è quella che lega l’autismo ai problemi gastrointestinali, come disbiosi e problematiche croniche dell’intestino. Ad esempio, in presenza di celiachia, si è visto che se si assume glutine, questo potrebbe dar luogo a problematiche di autismo.

Come agire

 

Il professionista medico deve sempre muoversi in ambito etico ed avere rispetto dei suoi pazienti, soprattutto quelli in età evolutiva. Va quindi trovata una strada che curi, ma al contempo non comprometta altri varianti.

Gli psicofarmaci, ad esempio, alle volte sono una scelta forzata. Questi, alla lunga, hanno pero una scarsa efficacia e, soprattutto, non possono essere prescritti in cronico ad un adolescente, visti gli effetti collaterali. Ben vengano, quindi, le alternative. Una è quella del sistema endocannabinoide. Questo, infatti, controlla il rilassamento, il sonno e regola il metabolismo, dando anche una risposta al dolore e allo stress. Grazie a ciò, quindi, sarà possibile fare una terapia di precisione.

Altra alternativa interessante è quella degli psicobiotici, essenzialmente dei lactobacilli, che hanno una forte azione antinfiammatoria, stimolando al contempo l’increzione della serotonina e livello centrale. Si tratta dei lactobacillus acidophilus, lactobacillus plantarum e lactobacillus reuteri.

Questi possono essere prescritti anche ai bambini che hanno problemi intestinali. L’autismo, infatti, deve tenere conto anche di queste componenti. La stipsi, ad esempio, può causare crisi terribili nei soggetti autistici. Ritorniamo al concetto di base: indagare le vere cause!

Non dobbiamo sempre dare solo la colpa all’autismo. Facciamo una serie di analisi, così da scoprire la vera natura. Si potrà anche scoprire, ad esempio, che molti bambini affetti da autismo sono malnutriti ed hanno basse concentrazioni di ferro e acido folico. Tutto questo influisce, ovviamente, sui disturbi psicologici.

 

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